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Gas ed elettricità: una speculazione di Stato ( parte 2 ) - La voce del  Trentino

Febbraio e marzo saranno mesi decisivi per i prezzi energetici. Nuove impennate possono mettere in forte crisi soprattutto le imprese. Come ci spiega Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli Italia, infatti, «negli ultimi mesi il costo industriale dei carburanti si è ridotto per via di una diminuzione delle quotazioni del greggio, ma ci sono elementi che fanno pensare che ci sarà un’inversione di tendenza .

Se il prezzo del gas non tornerà ai livelli dei mesi scorsi, è facile prevedere che i Paesi produttori vorranno rifarsi facendo aumentare quello del petrolio. Quindi, è verosimile che l’Opec possa rivedere le quote di produzione. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la Russia ha fatto sapere che da febbraio non venderà petrolio e derivati ai Paesi che applicano il price cap entrato in vigore a dicembre. Ci sarà, pertanto, meno materia prima a disposizione per i Paesi che lo applicano, senza dimenticare che nell’Ue vige già l’embargo per il greggio russo che arriva via nave. Credo che solamente tra febbraio e marzo si potrà avere un’idea più precisa di come andranno le cose".

"Per parlare di emergenza finita- prosegue il Presidente FederPetroli - bisognerebbe avere una stabilità del prezzo, con oscillazioni contenute in un range di 5-10 punti percentuali, per un periodo di almeno tre mesi. Il Gas non solo rischiamo di perderlo a favore di altri Paesi europei, ma renderemmo evidente al mercato un gap infrastrutturale che porterà l’Italia a nuove difficoltà di approvvigionamento.

E per il riempimento degli stoccaggi la questione chiave è reperire il prodotto. Il fatto è che nei prossimi mesi non ci sarà maggior quantità di gas disponibile. Anzi, con quello che sta succedendo con il Qatargate potrebbe essercene di meno. Diciamolo chiaramente, il mercato è ben lontano dal temere il price cap sul gas".

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