CORONAVIRUS: il MINISTRO della SALUTE SPERANZA annuncia una DATA. Ecco  QUANDO potremo uscire dall'INCUBO COVID » ILMETEO.it

Il piano vaccini c’è, le criticità pure. Eccole: obbligo, trasporti, drive-in e App. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, l’ha presentato al Senato, assicurando che la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi partirà a fine gennaio.

Ma le incognite sono tante, altrettanti i nodi da sciogliere sull’attuazione di una programmazione definita “dinamica” perché potrà - probabilmente dovrà - essere ricalibrata, mai perdendo di vista l’evoluzione del contagio.

Oltre 202 milioni, per l’esattezza 202.573mila, le dosi di vaccino acquistate dall’Italia da sei case farmaceutiche: AstraZeneca (40,38 milioni), Johnson&Johnson (53,84 milioni), Sanofi (40,38 milioni), Pfizer/BNT (26,92 milioni), CureVac (30,285 milioni), Moderna (10,768 milioni).

L’obiettivo, per raggiungere l’immunità di gregge,è vaccinare il 70% della popolazione, ossia 42 milioni di italiani.

Obbligo o no? L’intenzione del Governo è partire senza obbligo, anche se potrebbe essere necessario cambiare idea in corso d’opera per la riluttanza degli italiani, già rilevata dai sondaggi, a sottoporsi al vaccino. Al di là delle frizioni che la questione potrebbe creare in Parlamento - :“Provate a rendere obbligatori i vaccini senza averci fatto vedere i contratti, e ci opporremo strenuamente”, ha detto oggi il senatore del gruppo Misto e leader di Italexit, Gianluigi Paragone - istituire l’obbligo richiede tempo. E “una legge ad hoc e l’approvazione del Parlamento”, come ha sottolineato l’ex presidente della Corte Costituzionale, Michele Mirabelli.

La macchina organizzativa. Da fine gennaio potrebbe dunque partire la vaccinazione per le fasce di priorità individuate: operatori sanitari, Rsa, anziani over 80, categorie di interesse pubblico (insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità). Dopo, verosimilmente tra primavera e estate, si procederàalla vaccinazione di massa, che riguarderà la maggior parte degli italiani. Il che richiede uno sforzo organizzativo imponente. La macchina è pronta a partire? Dal commissariato per l’emergenza, che si occuperà della conservazione e della distribuzione dei vaccini, assicurano di sì. Nella fase iniziale le vaccinazioni saranno centralizzate presso gli ospedali - sono per lo più ospedali le 300 strutture individuate dal commissario Domenico Arcuri su indicazione delle Regioni - o con unità mobili. Secondo le stime per attuare la campagna vaccinale serviranno 20mila persone. Si ricorrerà a professionalità esistenti nel paese anche con la pubblicazione di ’inviti’ per partecipare alla campagna di vaccinazione nonché alla stipula di accordi con il ministero della Ricerca per arruolare gli iscritti alle scuole di specializzazione medica.

Il primo vaccino ad arrivare in Italia - l’autorizzazionedell’Emaè attesa per il 29 dicembre - sarà quello della Pfizer che, tra operatori sanitari e pazienti delle Rsa, dovrebbe essere somministrato a 1,7 milioni di persone. Il secondo, verosimilmente, sarà quello di Moderna, sul quale l’Ema dovrebbe pronunciarsi il 12 gennaio.

Prima quello di Pfizer, dunque, decisamente più impegnativo. Per trasportarlo, infatti, serve una catena del freddo a -75°: la multinazionale americana si è impegnata a consegnare le dosi in contenitori speciali, capaci di conservarle per vari giorni a temperature polari, ma serve una rete di trasporti all’altezza e frigoriferi adatti. “Il 60% degli ospedali li possiede”, spiegano ad HuffPost dal commissariato, ma il restante 40% va allestito - si parla di altri 120 freezer da acquistare - prima dell’avvio della campagna vaccinale. Quanto ai trasporti, la rete per la distribuzione deve essere perfezionata. Oggi pomeriggio il commissario Domenico Arcuri ha incontrato Pierluigi Petrone, il presidente dell’Associazione nazionale degli operatori logistici e commerciali della distribuzione farmaceutica primaria, che negli ultimi tempi ha più volte sollecitato il Governo a stringere sull’organizzazione perché “non possiamo permetterci di arrivare impreparati a gestire la distribuzione del vaccino”.

Forze armate. Nella distribuzione saranno coinvolte anche le forze armate. In particolare, personale sanitario della Difesa sarà impiegato in postazioni mobili per raggiungere per esempio le Rsa o persone impossibilitate ad uscire di casa e in presidi vaccinali specifici ottenuti riconvertendo anche alcuni dei cosiddetti “drive trough” ossia drive-in nei quali attualmente si praticano i tamponi. Previsione, quella di puntare sui drive-in, che non piace al vice segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Pier Luigi Bartoletti. Premesso che non ho dubbi sulla sicurezza del vaccino dal momento che ha ricevuto le autorizzazioni necessarie - spiega ad HuffPost - raccomanderei cautela nella somministrazione, specie se si tratterà di farla nei cosiddetti drive-in. Pensiamoci un attimo, facciamolo in modo opportunamente prudente. Anche vaccinare gli anziani ospiti nelle Rsa con un preparato nuovo è una bella scommessa”.

Al momento i medici di medicina generale non sono stati coinvolti nella campagna vaccinale. Per Bartoletti “la domanda è: chi pensano di coinvolgere al posto nostro, visto che storicamente il 90% delle vaccinazioni ha sempre visto in prima fila i medici di base?.

Per la fase della vaccinazione di massa il Governo pensa di utilizzare palestre, saloni, centri congressi e fiere. “Spazi chiusi per garantire igiene e sicurezza”, precisano dalla struttura di Arcuri. Sarà il commissario a individuarli su indicazione delle Regioni, come è avvenuto per i trecento centri da utilizzare per la prima fase della vaccinazione. Non è stato fatto, “ma si farà”, assicurano.

L’App per il monitoraggio. Come non è stata ancora messa a punto, stando a quanto risulta ad HuffPost, la App annunciata nei giorni scorsi dal direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, per il monitoraggio dei vaccinati. “Come Aifa stimoleremo ulteriori studi per una farmacovigilanza attiva anche con mezzi innovativi come un’App”, aveva detto Magrini. Un altro pezzo del piano vaccini ancora mancante.