Mes, Gentiloni: "Ho fatto la mia parte, darebbe chiaro vantaggio"

Si dice preoccupato e parla di uno stress test inedito per le democrazie occidentali. Intervistato dal direttore Claudio Cerasa al Festival dell'ottimismo del Foglio, il commissario europeo all'economia ed ex premier, Paolo Gentiloni, ribadisce l'importanza del Mes.

Ragiona di incertezza, quella che sta vivendo il continente: "Sono giorni di grande preoccupazione e non solo in Italia. Non abbiamo certezza del quadro che abbiamo di fronte, stiamo sperimentando una seconda fese e i livelli dei contagi sono allarmanti. Abbiamo una prospettiva, nei prossimi, mesi di inseguire un vaccino. Ma la sfida economica, scientifica sarà enorme, anche dopo il vaccino. La verità è che non abbiamo mai avuto uno stress test cosi forte per le nostre democrazie". 

E per Gentiloni emergenza e ripresa economica si mescoleranno perché la pandemia, al contrario dei conflitti, non finisce: "Si parla di Piano Marshall, guerra, ma sono situazioni diverse. La guerra finisce e inizia la ricostruzione e invece noi saremo chiamati ad affrontare ancora misure straordinarie di sostegno all'economia e soprattutto dovremo sostenere il sistema sanitario".

Da qui l'esigenza di collaborare perché, ripete il commissario europeo, "non ci possiamo accapigliare, ma occorre trovare convergenza e poi avere fiducia nei nostri sistemi democratici. I modelli europei hanno avuto la meglio sui modelli di populismo autoritario anche nelle seconda fase". E Gentiloni elenca le qualità di questo modello, un mix di welfare, trasparenza, libertà d'informazione, fiducia nella comunità scientifica. "Ebbene, tutto questo ha funzionato, meglio di alcuni sistemi populisti che hanno sottovalutato e sfidato la pandemia tanto da pagarne, a volte, in prima persona, le conseguenze"

Ci aspetta una seconda ondata dove inevitabilmente ci saranno vincitori e vinti e per Gentiloni, la Cina sarà uscirà rafforzata: "La Cina uscirà rafforzata così come alcune grandissime piattaforme digitali. Chi uscirà con difficoltà, saranno le fasce sociali deboli. Quindi emergeranno le differenze e le tendenze che questa crisi produce. Attenzione alle catene del valore, dobbiamo controllare bene le nostre catene del valore". Vuole dire che non bisogna cedere e strizzare l'occhio al protezionismo: "L'ottimismo deve spingerci a dire: 'Usiamo la crisi per migliorare il nostro modello sviluppo, per renderlo sostenibile, sul piano digitale. Sono sfide inedite".

Anche il vaccino, che è la speranza di tutti, provocherà problemi economici, logistici, incognite sanitarie. "Non è mai capitato - ripete Gentiloni -  di avere un vaccino nuovo e in tempo ridotto. E' la speranza ma contiene una sfida".

Alla domanda se sia preferibile chiudere in anticipo, Gentiloni risponde che "per fortuna la situazione non è fuori controllo in nessun paese europeo. Tuttavia in diversi paesi, Francia, Belgio, Inghilterra, Germania, hanno preso decisioni drastiche. Io credo che sia inevitabile arrivare a decisioni drastiche ma vanno salvaguardati alcuni aspetti: lavoro, sistema d'istruzione. La tendenza in Europa è purtroppo chiara. E' un percorso scritto. Avrà le sue conseguenze sociali."

E qui Gentiloni spiega i vantaggi che l'Italia avrebbe decidendo di accedere al Mes: "Non farei automatismi perché possono apparire semplicistici. Ma è certo che del Mes, L'Italia ne trarrebbe vantaggio. I soldi del Mes sarebbero un vantaggio per tutti i paesi con tassi interessi alti. Quando parliamo del Recovery Fund parliamo di un pacchetto superiore ai mille miliardi. Più della metà sono prestiti. E' bene ricordare che il piano Recovery è fatto di sussidi e prestiti. Se prendiamo solo la parte di trasferimenti avremo un mezzo bazooka e non sarebbe un bel segnale verso i mercati. I prestiti come il Mes, Sure, Next Generation Eu, sono vantaggiosi per Italia. Carlo Cottarelli ha fatto i conti e sono conti impressionanti".

Ma il commissario sfata anche un falso mito. I fondi europei sono già arrivati. "La scorsa settimana. Mercoledì scorso è arrivato un bonifico al Tesoro di dieci miliardi. E' la prima tranche del fondo Sure. I tempi saranno rispettati. Tarda primavera anno prossimo potrebbe arrivare prima tranche del pacchetto più importante, il dieci per cento del piano. Se Italia fa un piano che include anche i prestiti, il dieci per cento sono circa 20 miliardi, se si limita a chiedere solo i sussidi, è nettamente inferiore. La strada è già cominciata e sono orgoglioso. Sure nasce da una mia iniziativa e dal commissario al Lavoro. E' stato chiesto da 17 paesi, si vede che andava incontro a una esigenza sentita"

E parlando di ottimismo, Gentiloni ricorda che "questo paese, molto spesso nei decenni si è mosso  senza necessariamente il sostegno pubblico, anzi, a volte nonostante la difficoltà della rete pubblica. Se crediamo a quello che raccontiamo, non possiamo che utilizzare la crisi e le risorse straordinarie, per trasformare l'economia. Non si può solo chiedere allo stato di farsi carico. Contemporaneamente, nei mesi in cui si fa fronte alla cassa integrazione va progettato il futuro, parlare di idrogeno pulito. Altrimenti perdiamo un'occasione".

E sulla possibilità che governo e opposizione trovino un luogo di confronto, Gentiloni non può che auspicarlo: "Penso che sia indispensabile trovare luoghi formali. E' vero che c'è il parlamento, ma molte decisioni sono decisioni d'emergenza che si condividono con presidenti di regioni e sono decisione senza colore politico. Sarebbe un errore trasformarle in bandierine fra maggioranza e opposizione. Non tocca a me dirlo, ma si devono trovare luoghi istituzionali dove, formalmente, è possibile condividere scelte. Significa offrire informazioni preventive alle opposizioni, senza rinunciare alla funzione di governo".