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Scuola, rientro a settembre 2020: come sarà? Non come gli altri ...

In diretta a ‘Barba&Capelli’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC, è intervenuto Marialuisa Iavarone:  "C’è un mio grande impegno legato soprattutto alla prevenzione del rischio educativo che viaggia attraverso le tecnologie   che, in qualche modo, dovrebbero costituire proprio la prevenzione del rischio devianza, della dispersione scolastica, ma questa particolare circostanza del lockdown sta esasperando tale aspetto.

I ragazzi che già prima erano, per condizioni di povertà educative, a rischio, oggi, con il digital divide, questo fenomeno viene maggiormente amplificato.  Sfruttiamo questo vantaggio per attrezzare le nostre scuole non solo di infrastrutture tecnologiche, ma anche di aspetti strutturali di sanificazione, di ampliamento degli spazi, di creazione, affinché a settembre non ci ritroveremo nuovamente sguarniti sul piano dell’esercizio all’istruzione  che, costituzionalmente, dovrebbe essere garantito ai nostri studenti e che rischiamo di non ritrovare. Dobbiamo far rientrare in aule che prima ospitavano 20-25 studenti la metà, quindi c’è necessità di spazi, ma ci sono sempre luoghi inutilizzati nelle città, a cominciare dalle famose caserme dismesse, che potrebbero diventare degli spazi per centri educativi polifunzionali aperti dalle 8.00 alle 20.00, dove i ragazzi si possano alternare in attività che siano concettualmente diverse, come l’autoapprendimento attraverso una collettività maggiore. Abbiamo studenti universitari che devono fare tirocinio: mettiamo a disposizione questi spazi e rendiamo loro, anche attraverso una piccola borsa di studio, la possibilità di offrire un servizio al territorio. Immagino tutti questi giovani che frequentano l’università a distanza, diventando loro stessi utilizzatori e fruitori delle tecnologie e che potrebbero essere il passaggio di consegna con quei ragazzini che vivono nel disagio e nell’incapacità di saper utilizzare tali tecnologie. Sono convinta che da settembre in poi, tutte quelle famiglie, tutto sommato abbastanza agiate, che avevano l’abitudine di iscrivere i propri figli alle unità di fuori regione, probabilmente ci ripenseranno. Ad esempio, il 30% degli studenti della Cattolica, proviene da fuori regione. Se non si metterà più in conto di iscrivere il proprio figlio nell’università milanese, piuttosto che lombarda, allora perché non rilanciare ora un’eccellenza nelle nostre università campane? Questa è una cosa che voglio dire direttamente a Gaetano Manfredi: questa è l’occasione propizia per rilanciare l’eccellenza delle università campane; avremo molti più iscritti che avranno  difficoltà  a pagare anche le rette più basse, quindi dobbiamo approfittare di tale opportunità. Investiamo nelle strutture universitarie del sud”. 

 
 

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