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di Roberto Conte 
Arriva da Bolzano un forte appello a disertare lo Stadio di Torino in occasione di Juventus-Napoli del 31 Agosto. Roberto Scaggiante, storica firma del quotidiano “Alto Adige” e capitano della nazionale dell’AGIT, l’Associazione Italiana dei Giornalisti Tennisti, ha lanciato la provocazione ai microfoni di Radio Punto Zero intervenendo a “Zero a Zero - Palla al centro”, lo spazio quotidiano di approfondimento sportivo serale (dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 21) dell’emittente radiofonica campana condotto da Michele Sibilla. Sulla pagina Facebook RPZ Sport il testo integrale dell’appello:
«Quando ho letto sui quotidiani della “faccenda” Stadium (inizialmente chiuso ai nati in Campania, in occasione di Juventus - Napoli) dopo lo stupore (per usare un eufemismo) iniziale mi sono soffermato sulla notizia, ho cercato di ragionare con calma, ho cercato persino di mettermi nei panni della ‘controparte’, di capirne il ‘movente’. Ma restava qualcosa di assolutamente incomprensibile. Poi per fortuna ho letto commenti di indignazione quasi unanime con presa di distanza anche da parte delle istituzioni della città di Torino. E per finire è arrivata la retromarcia. Nonostante ciò sento il dovere, non solo da giornalista ma soprattutto nei confronti della mia dignità di cittadino italiano, di assumere una posizione. Io sono nato a Bressanone, in provincia di Bolzano, per cui sarei potuto andare tranquillamente a vedere la partita, come avevamo programmato di fare con un paio di amici, seppur di tifoserie diverse, ma tutti egualmente appassionati di quel calcio che dovrebbe essere soprattutto la bellezza di uno spettacolo da condividere anche tra opposte fazioni. In verità, però, dallo scorso anno, grazie ad un’iniziativa goliardica ma molto ‘autentica’ della sezione Campania dell’AGIT (Associazione Italiana dei Giornalisti Tennisti), sono stato insignito della ‘cittadinanza onoraria’ di Napoli. Si tratta di una formalità metaforica di cui vado particolarmente fiero, perché riconosce dopo anni la realtà ‘fattuale’ di sentirmi ‘napoletano’ dentro, a prescindere da un luogo natale. Perché la napoletanità, al di là degli stereotipi negativi alimentati negli anni da un eccesso di qualunquismo troppo diffuso, è anche e soprattutto un’essenza di valori positivi trasversali di approccio alla vita: brio, solarità, determinazione ed eclettismo. Da capitano della nazionale dei giornalisti tennisti quando scendo in campo indosso quasi sempre una maglia con i colori azzurri del Napoli. Chi mi conosce lo sa. E allora quando ho appreso della ‘restrizione razziale’ mi è venuto spontaneo dire agli amici con i quali avevamo combinato la trasferta, che io da napoletano acquisito certamente a Torino in quello stadio ‘chiuso’ non ci sarei più andato. Ed ora che, dopo qualche ‘consiglio’ arrivato dall’alto, c’è stata la retromarcia bianconera a suggellare una figuraccia internazionale, io certamente non cambio parere. In quello stadio ‘chiuso’ non ci andrò mai più almeno fino a quando nel calcio italiano sarà tollerata la discriminazione razzista che aveva portato a questa vergognosa decisione. Qualcuno aveva ipotizzato che questa scelta fosse stata una cattiveria dolosa da parte juventina, ma non credo affatto a questa interpretazione. Per essere cattivi, veramente cattivi, bisogna essere anche intelligenti. Per cui anche per me vale quello che aveva detto Ferlaino: è stata semplicemente cretinaggine. Una cretinaggine, però, alla quale bisogna reagire con un segnale forte. Da ogni parte d’Italia. Non solo da Napoli».