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En tiempos de tormenta en la Iglesia hay que «confiar en el Dueño de la  barca y ser muy santos» - ReL

XIX DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO a

 Mt 14, 25-33 Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Commento di don Gigi Pini  

Obiettivamente anche a noi prende la paura di “andare a fondo” nel tentativo di metterci nelle sue mani, nel provare ad andargli incontro come vuole Lui, alla Sua maniera.

- Noi sappiamo nuotare, dovremmo anche essere nella stagione giusta…

- Noi pensiamo di saper “nuotare” nel “mare della vita” …

- Ma camminare sull’acqua, no, e come fai?

Ancora una volta ci prende la paura delle cose impossibili e troppo rischiose, ci prende la paura di andare a fondo! E così si continua a nuotare, più o meno allegramente, da una sponda all’altra inseguendo il “parolaio” di turno, l’imbonitore più simpatico e coinvolgente.

La maggior parte delle volte però ti trovi stanco e deluso su qualche sponda con la sensazione amara che, ancora una volta, abbiamo sbagliato “persona”. A quel punto davvero qualcuno va a fondo, appesantito e perso tra droghe, alcol, denaro, potere…

- È arrivato il momento di “imparare” dal Signore Gesù: imparare a pregare, anche da soli…perché non sarà mai la paura a fregarci ma la presunzione di bastarci, di sapercela cavare da soli…Trovassimo, una volta per tutte, il coraggio di pregare come Pietro “Signore, salvami!”. È normale, è da persone autentiche avere paura di “camminare sull’acqua”, la stessa paura di Pietro che persona autentica lo era. È invece da presuntuosi pensare di cavarcela con le sole nostre forze e con i nostri mezzi.

- La paura si vince lasciandosi “afferrare” da Lui…ma alla Sua maniera ed è quella che sembra impossibile…Solo così ritroveremo il coraggio di vivere a testa alta. Va però ritrovata l’umiltà del nostro pregare…”Signore, salvami!”. Sono e saranno tanti i tsunami che rischiano di mandarmi a fondo, sono tante le tentazioni di lasciar perdere e andare così alla deriva dentro alla nostra triste e arrabbiata barchetta della vita…Invece siamo fatti per il mare aperto, per le grandi sfide…

Il Signore Gesù vuole che ci fidiamo di Lui, e basta! Buona vita e mettiamolo davvero al centro del nostro "vivere". Un grande e forte abbraccio.

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