Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 393

Volevi Solo Una Barbie”: il nuovo singolo di EleJola - FeelRougeTV

Su un sound energico e dinamico, capace di rimandare istantaneamente ad una dimensione sospesa tra richiami da dancefloor anni ’80 e tinte fortemente hyperpop, si posa il bianco e nero di chi è stanco di nascondere le proprie cromie per il timore di essere giudicato, escluso, etichettato come “diverso” in una società in cui spendiamo encomiabili parole su questo tema, quando, probabilmente, dovremmo solo imparare a parlare un po’ meno e agire di più, o, per meglio dire, a parlare con maggior cognizione di causa per poi agire di conseguenza.

Reduce dal successo dell’esordio solista avvenuto lo scorso anno con “Hemingway”, la cantautrice veneta EleJola – al secolo Elena Parpajola – torna nei digital store con “Volevi Solo Una Barbie” (Cosmophonix Artist Development/Altafonte italia), il suo nuovo singolo scritto a quattro mani con la queen dell’urban Miriam Ayaba. 

Articolato su arcaici ma fin troppo attuali stereotipi che ruotano attorno all’immagine delle blond girls, il brano, che vanta la produzione del Latin Grammy brasiliano Renato Patriarca, è un tuffo a capofitto nell’universo emozionale di una giovane determinata a smantellare e sovvertire tutti i preconcetti che continuano ad avvolgere le ragazze bionde, una full immersion emotivo-sensoriale che attraverso la leggerezza di un testo volutamente ironico ma mai banale, conduce l’ascoltatore ad un faccia a faccia con la realtà, un crash test contro le invisibili ma ancora oggi salde e complesse da superare barriere che scindono e pongono in antitesi concetti come “bionda-intelligente” e “bella-competente”.

Come se la professionalità nel lavoro, la bontà d’animo, o l’attitudine ad essere precisi e responsabili, dipendessero dal colore dei capelli, degli occhi o della pelle, dall’altezza o dalla costituzione fisica.

«Questo pezzo – dichiara l’artista – parla di una donna che ha finalmente scelto di essere libera, di non farsi più abbindolare da complimenti volti ad esaltarne solo l’aspetto fisico a discapito di competenze e intelletto, una donna che rispetta e pretende altrettanto in cambio, una donna che reclama di essere capita in maniera più profonda e sincera».

Autenticati