Dialoghi di Natura e di Amore. Tiziano in arrivo alla Galleria Borghese -  ArtsLife

di MIRELLA FALCO

Le donne sono da sempre simbolo di bellezza, dolcezza, ma anche determinazione, forza e competenza. Lo dimostra il fatto che sono state oggetto di opere, muse ispiratrici di scrittori, poeti, pittori e scultori. Nel Cinquecento, si va affermando sempre di più questa figura, conquistando un ruolo di straordinaria importanza, soprattutto a Venezia, centro internazionale di commercio e di cultura. Le donne quindi, giocavano un ruolo fondamentale. Facendo così di Venezia “la città delle donne”.

L’attenzione di cui esse godevano, ispirarono le più erudite a richiedere accesso alla cultura, base dell’uguaglianza dei generi, che diede vita al movimento proto-femminista più importante prima del XIX secolo “querelle de femmes”.  Il rinascimento è un periodo molto fertile in tal senso. Difatti, nel Cinquecento molte donne di elevata condizione sociale poterono dedicarsi e favorire lo studio, le arti e le lettere, furono esse stesse pittrici e poetesse. conquistando un ruolo di straordinaria importanza nella pittura, soprattutto a Venezia. I pittori del calibro di Tiziano, Tintoretto, Veronesi, Lotto e Giorgione, diedero nuovi colori all’universo femminile. Tiziano, il più grande pittore del Cinquecento con le sue pennellate dal tocco materico-sensuale ed i colori naturalistici dei suoi incarnati radiosi, creò un mondo nuovo e un’immagine nuova della donna.  “Tiziano e L’Immagine della donna, nel Cinquecento veneziano” è il titolo della mostra al palazzo Reale di Milano, dove i visitatori fino al 6 giugno, avranno modo di sperimentare ed aprire un nuovo sguardo verso l’universo femminile. La mostra è divisa in sezioni tematiche, ma tutte confluiscono a dare un’immagine divina, seducente, erudita, forte ed allegorica, quella di Donna genitrice dell’universo. La mostra si apre proprio con la rappresentazione di Eva e Adamo di Tintoretto, prima donna, nella stessa sala è presente invece la Madonna col bambino di Tiziano, come una sorta di contrapposizione tra sacro e profano, da un lato la vergine col bambino e dall’altro Eva tentatrice. Seguono I ritratti di grandi donne come quello di Eleonora Gonzaga della Rovere (1537 circa) Isabella d'Este in nero (1534-1536 circa), presente nella anche la creazione dello stilista Roberto Capucci un omaggio ad Isabella d’Este. Nel 500 si diffonde uno genere che miscela  il ritratto reale e  quello ideale, realizzando il soggetto più ambito in Europa “Belle Veneziane” sono donne affascinati, rappresentate in movimento, che compiono gesti al quanto invitanti, giocherellano con i gioielli, si toccano i capelli. Si tratta, spose promesse, spose novelle, cortigiane o nobili rappresentati la prostituzione, che con queste pose promuovono le proprie grazie. Fanno pensare entrambe le cose data la presenza di anello gemello simbolo del fidanzamento e dall’altra la raffigurazione del seno scoperto, fa pensare ad un amore venale. Anche se. con le recenti riletture di testimonianze letterarie, c’è stravolgimento di quel pensiero, si tratta invece di un riferimento all’amore coniugale, in quanto le donne con seno scoperto sono simbolo della disponibilità ad aprire il proprio cuore. La laura di Giorgione è il primo esempio di questo tema, che prende il nome dalla pianta che è presente sullo sfondo, avvolta in un mantello di pelliccia, lascia un seno scoperto e l’atteggiamento delicato, uno sguardo limpido e lontano non alludono in alcun modo  ad una smaccata offerta sessuale. In questo secolo si diffonde il tema della coppia, dove vengono rappresentati attrazioni affettuose fra coppie di amanti, quali baci, carezze, sguardi languidi, scambio di doni, nel caso di quest’ultimo è l’opera di Paris Borton “Gli amanti”, l’ interpretazione è controversa, una è quella che si tratti di un amore venale e sta ricompensando la donna di una collana in presenza di un mezzano, oppure si tratta forse di uno scambio di dono tra promessi sposi in presenza di un testimone che si affaccia con discrezione? Si diffonde anche il tema della coppia come il quadro di Giovanni Cariani “Giovane donna con vecchio di profilo, anche in questo caso possono esserci più interpretazioni, data la presenza di una sfera che può simboleggiare purezza virginale o la boccia di una fattucchiera?  presente nella sala anche l’opera di Bernardino Licinio “Giovane donna con il suo promesso sposo”. Nella sala accanto, sono esposte le opere, che portano modello di virtù eroiche ed è questo il caso di Lucrezia, che dopo la violenza subita da parte di Sesto Tarquinio, le tele di Paolo Veronese (Lucrezia) e quella di Tiziano (Lucrezia e suo marito) celebrano la fermezza con cui Lucrezia affronta il suicidio, il pugnale che si fionda tra le carni e vesti sontuose, mentre l’altra opera di Tiziano (Tarquino e Lucrezia), mostra tutta la brutalità dell’uomo e la sofferenza fisica e morale della donna, che pur di mostrare fedeltà al marito decide di togliersi la vita. Un altro esempio di donna eroine, che mostrano il loro coraggio  proviene dal mondo della religione quali: Giuditta, Salomè, che fanno letterarmente perdere la testa agli uomini, rappresentate da Veronese, Palma il Giovane. Tintoretto invece ci mostra la vicenda di Susanna insediata da due uomini anziani, che non cede ai ricatti di questi, preferisce morire piuttosto che concedersi. Non mancano le raffigurazioni di donne erudite: scrittici  e poetesse, come Giulia Bigodina, la prima donna che scrivere un romanzo. Nel corso del 500 le donne entrano quindi a far parte del mondo letterario, potevano cimentarsi in lettere, scritti, trattati, dialoghi, poemi, solo che molte delle loro opere venivano pubblicate postume. Gaspara Stampa è famosa per l’amore non ricambiato per Collatino di Collalto. Che diventa l’oggetto del desiderio, l’irraggiungibile, una sorta di petrarchismo rovesciato. Altri nomi importanti furono Moderata Fonte e Lucrezia Marinelli. Significative sono anche le tele sugli amori degli dei Venere e Adone che nella pagina della pittura mitologica è molto intensa, viene affrontato spesso dagli artisti per rappresentare una splendida donna, perdutamente innamorata, ma anche un’opportunità per mettere in guardia sui rischi dell’amore. La giovane Afrodite per i greci e Venere per i romani, si graffia con la punta della freccia del figlio Cupido e come noi mortali prova quanto sia intensa la puntura dell’amore, la donna si innamora di Adone, nasce una passione ardente, ma Adone deve partire per una battuta di caccia, lei ebbe una premonizione, tenta di trattenerlo invano, lui parte e viene travolto dai cinghiali e perde la vita. L’unica consolazione per Afrodite sarà quella di tingere di rosso gli anemoni, in ricordo del sangue sparso dell’amato. Il rinascimento apprezzò molto le Metamorfosi, e famose sono quelle di Giove, nelle ripetute e fortunate avventure amorose. Le Tele di Tiziano e Tintoretto “Leda e il cigno” “l’origine dell’amore”, trovano conferma sull’eternità delle passioni umane. Sospese tra le nuvole della leggenda e del mito, le bellissime donne rimandano a scene allegoriche, evocazioni letterarie. La cultura rinascimentale ama il gioco sofisticato degli emblemi , i riferimenti criptici e i codici espressivi. Si conclude la mostra con il capolavoro di Tiziano. “Ninfa e pastore” sembra esprimere la sintesi del suo credo, nella forza primordiale della donna. Difatti domina la scena: sdraiata sul fianco, il suo sguardo volge all’osservatore. "Il suo sguardo languido, stanco ma consapevole, che solo lei, la donna, a comprendere la forza del destino, della natura, che regna sopra la civilizzazione, l’amore e l’arte".