“Non è vero che il Sud vive sulle spalle del Nord, è l'esatto contrario” è il dato che emerge in “La grande balla” di Roberto Napoletano, che il direttore del Quotidiano del Sud presenta Sabato 5 settembre a Minori, in piazzetta Maggiore Garofalo ore 20.30, nell’ambito degli incontri con autori di recenti lavori letterari, promossi dal Comune e condotti dallo scrittore Alfonso Bottone. 

Nel libro, edito da La nave di Teseo, Roberto Napoletano, già direttore de Il Messaggero e de Il Sole 24 Ore, pone una serie di quesiti: quanti cittadini sanno che sessantun miliardi dovuti al Sud vengono ogni anno regalati al Nord? Si tratta del più grande furto di stato mai conosciuto nella storia recente della Repubblica italiana. I numeri di questa operazione verità fanno tremare vene e polsi, e permettono legittimamente di chiedersi se l'Italia esista ancora. Sapete a quanto ammonta la spesa per infrastrutture nel Mezzogiorno? Lo 0,15% del PIL, praticamente è stata azzerata. C'è un treno ad alta velocità ogni venti minuti tra Milano e Torino e nemmeno uno alla settimana da Napoli a Bari o da Napoli a Reggio Calabria. Per gli aiuti alle famiglie in Campania arrivano trenta milioni, in Veneto duecento, in Lombardia duecentocinquanta. Mentre la Regione Piemonte spende per i suoi servizi generali nettamente di più di quanto spendono tutte insieme Campania, Puglia e Calabria. Intanto al Nord c'è un insegnante ogni dieci studenti, al Sud gli studenti sono venti per ogni professore. "La grande balla" conduce il lettore in un lungo viaggio nelle piccole grandi patrie dell'assistenzialismo, che non sono al Sud, ma tutte al Nord. Per l’autore la politica si è abituata da vent'anni a togliere investimenti al Sud per soddisfare le pretese dei questuanti di turno, sistemare gli amici degli amici nel coacervo di enti pubblici proliferati con la spesa facile. Tutti collocati nelle ricche regioni del Nord. La verità (amara), sottolinea Napoletano, è che chi credeva nell'integrazione tra Nord Italia e Nord Europa, e nel teorema "il Mezzogiorno seguirà", ha sbagliato tutto. L'unica integrazione possibile per il direttore del Quotidiano del Sud è quella tra Nord e Sud Italia, per poter competere ad armi pari nell'arena globale.