enzook1TRATTURI DELLA TRANSUMANZA IN CAMPANIA, TRA RICERCA DI SE E NUOVO TURISMO RESPONSABILE
Un film di Roberto Zazzara del 2015 la rappresenta benissimo: l'esperienza di viaggiare dove molti altri hanno viaggiato, in altre epoche. Su una strada segnata su tutte le mappe ma che non esiste più.
Basterebbe la sua etimologia “ trans” attraversare e “humus” terra, per capire quale profondo legame tra uomo e territorio porti con sé la transumanza, letteralmente il trasferimento delle greggi verso i pascoli di montagna in estate, e verso i pascoli a valle, in inverno. E’ di pochi giorni fa ad Agerola il rito con un gregge composto da circa 250 capre e pecore in cammino verso Erchie.
Risultato immagini per TRANSUMANZA IN COSTIERA AMALFITANA"
A Bogotà, a dicembre scorso, il rito della transumanza italiana con  suoi luoghi simbolo come Amatrice, Frosolone, Pescocostanzo, Anversa degli Abruzzi, San Marco in Lamis e Volturara Appula, la Val Senales, e per la Campania, Lacedonia, l’Irpinia ed il beneventano, ha ottenuto la prestigiosa certificazione Unesco di Patrimonio immateriale da salvaguardare. Per la Campania il 10° riconoscimento dopo Dieta Mediterranea, l’Arte dei Pizzaioli Napoletani, le Macchine a spalla di Nola, il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, Pompei ed Ercolano, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento.
La transumanza per secoli è stata la principale risorsa del Meridione contadino. Seguiva percorsi rigorosi: in autunno dai freschi pascoli dell’Abruzzo verso quelli più caldi del Tavoliere delle Puglie; in estate l'inverso. I percorsi erano denominati "tratturi", da tractoria, "il privilegio", come previsto nei codici degli imperatori Teodosio e Giustiniano, al libero passaggio dei pastori sui pubblici sentieri. Se con i Romani i tratturi cominciavano a produrre ricchezza dalla pastorizia (tant’è che il termine “pecunia”, denaro, deriva proprio dal latino “pecus”, ossia pecora), furono però gli Aragonesi e nello specifico di Alfonso I d’Aragona nel 1447 a regolamentarli.
Risultato immagini per REGIO TRATTURO"
Fu istituita la “Regia dogana della mena delle pecore”, per la riscossione dei tributi; furono delimitati in larghezza (111,6 m), e limiti stradali, scolpite dalle lettere R.T., (Regio Tratturo); fu istituito uno corpo di polizia a cavallo che garantiva la sicurezza sull'intero percorso.Di solito le greggi transumanti appartenevano a ricchi proprietari detti armentari, che investivano i loro capitali nell’allevamento e produzione della lana. Ma anche ordini e congregazioni religiose e feudatari locali possedevano numerose greggi. Sui tratturi non si muoveva solo il gregge, ma una vera e propria società gerarchica con a capo il massaro. Sotto di lui vi era il “casaro”, addetto alla lavorazione e trasformazione del latte, poi il buttero che sovrintendeva agli animali da soma e agli spostamenti logistici. I pastori erano i custodi delle greggi. Ad ognuno veniva affidata una “morra” di pecore composta da circa 200 animali; infine ai più giovani detti  “pastoricchi” erano affidati i compiti minuti.La vita del pastore era una vita di stenti; viveva in grotte adibite sia a stazzo, ricovero degli animali durante la notte, oppure in rifugi in terra o in pietra. Erano soggetti a continui pericoli come furti di bestiame, assalti di lupi, morsi di serpenti perciò nella tradizione orale  venivano rappresentati dormienti “con un occhio solo”. Il cibo era essenzialmente formaggio di pecora e pancotto, una semplice minestra fatta con pane secco e olio. Si mangiava carne solo quando qualche pecora moriva, per cause accidentali o divorata dai lupi. La giornata era lunga e scandita dagli astri. All’alba ci si alzava quando in cielo splendeva Venere o stella del pecoraio, a sera si riposava quando essa ricompariva. Nel silenzio delle lunghe ore passate a guardia del gregge i pastori intagliavano legno, leggevano i racconti cavallereschi e le gesta dei Paladini di Francia, oppure suonavano le zampogne o le ciaramelle che portavano sempre con loro.
Risultato immagini per CHIESA ANTICA DELLA MADONNA INCORONATA DI FOGGIA"
Per questa vita non agiata, l’invocazione della protezione divina era forza necessaria: Infatti, lungo i tratturi sorsero molte chiese, importanza non solo spirituale, ma anche commerciale: infatti, nei paraggi si svolgevano fiere per la commercializzazione di prodotti artigianali e gastronomici. Diversi furono i protettori dei pastori transumanti. Tra questi, San Michele al Gargano, San Nicola di Bari e la Madonna Incoronata di Foggia. Anche se la fine della “civiltà della transumanza” la si può collocare nel 1806 quando Giuseppe Bonaparte abolì la dogana trasformando i tratturi in terreni coltivabili, la transumanza appenninica è proseguita fino agli anni ’60-’70 dello scorso secolo.
Alcuni trattuti della Campania erano importanti: nel tratturo Pescasseroli Candela, lungo 211 chilometri, erano soste dovute Casalbore, Montecalvo, Ariano Irpino, Grottaminarda, Villanova del Battista e Zungoli, ma anche Nusco e Montella, Greci e Volturara e Lacedonia. Oltre che per la Valle d’Ansanto dove storicamente le acque della Mefite aiutavano a curare gli armenti dalla scabbia.
Risultato immagini per Pecorino di Laticauda Sannita"
Oggi di quel rito rimane ben poco, abbandonato per autotreni che viaggiano lungo le autostrade.e dagli allevamenti intensivi in stalla. Ma non mancano prodotti di pecora frutto di quel periodo transumante, oggi sulle tavole come doc, come ad esempio il pecorino Bagnolese, il Pecorino di Laticauda Sannita, il Pecorino Carmasciano
La certificazione Unesco potrebbe dare una mano alla valorizzazione turistica dei tratturi, percorrendoli anche senza animali, attraverso il turismo lento e responsabile. In Campania ad esempio è stato creato l’itinerario Regio-Tratturo, un  percorso turistico-sportivo-ambientale di cinque tappe: tre nella Valle Ufita, Ariano Irpino, Grottaminarda e Zungoli e due nell’Alto Sannio , Cerreto Sannita e San Lorenzello. In letteratura la via dei tratturi fu celebrata dal poeta vate abruzzese Gabriele D'Annunzio che descrisse la discesa dei pastori verso il mare nella sua poesia “I pastori”
 
E vanno pel tratturo antico 
al piano quasi per un erbal fiume silente 
su le vestigia degli antichi padri…”
 
*docente di marketing turistico e local development