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di Mirella Falco

Quando una piccola creaturina viene al mondo, nel momento in cui la si tiene in braccio anche se è appena nata guarda con i sui piccoli occhi perfetti chi gli sta intorno, non sa chi sia quella determinata persona e il motivo per cui è lì, non è la sua mamma, e pure lo coccola, lo vizia, lo tiene in braccio e lo tranquillizza quando ne ha bisogno. Chi è?  ... Se ve lo state chiedendo non è un indovinello, mi riferisco allo zio/zia.

Per la rubrica Pensieri&Parole, timidamente trasformata in questa occasione in “pensieri ed assurdità”, ho deciso di raccontarvi la mia esperienza da neo-zia, portata ad un livello superiore, ovvero “lo zio versione 2.0”. Che sarà mai? perché questa “evoluzione”? Non avete tutti i torti. Vi spiego… Fin quando si vive nella stessa città o nello stesso paese è cosa di poco conto, basta andare a casa dei neo-genitori ed il gioco è fatto, coccoli e rassicuri il nipotino nuovo di zecca, in un batter d’occhio. Ma se tra il rapporto di parentela si mettono di mezzo più di 2000 km ecco che la situazione si complica. Con la vecchia versione eri costretto a vederlo solo durante le feste o nelle rarissime occasioni in cui riuscivi a prendere dal lavoro qualche giorno di ferie e sgattaiolare dall’altra parte del mondo per passare un po' di tempo con lui. Ma con questa versione aggiornata dello Zio, puoi seguire ogni passo della sua crescita, senza perderti mai più primi passi, prime parole, compleanni, recite e così via. Come?

Ora, vi svelo il “segreto” di come ho dimezzato le distanze, in tre semplici punti, pochi ma essenziali per permettere a chiunque di trasformarsi nello zio hi-tech.

Partiamo col primo punto, la cosa fondamentale è essere in buoni rapporti con i genitori del pargolo e dar vita al know-how, se così non fosse, la cosa si complicherebbe per diventare del tutto impossibile; segue la fase numero due adoperarsi di uno smartphone di ultima generazione, non deve necessariamente essere costoso, basta uno di quelli che si collegano ad internet e permetta di metterti in collegamento alla rete sociale, e questo porta al punto numero tre: scaricare un’applicazione che faciliti la comunicazione, con alcune specifiche funzioni, che permettono di videochiamare, messaggiare, scambiarsi foto, video e quant’altro. Et voilà… ora sei anche tu uno zio/zia 2.0 pronto all’uso.

Il tutto inizia con qualche scatto della nascita seguite da quelle del primo bagnetto e le descrizioni dettagliate di ogni suo progresso o capriccio; con la videochiamata, (tenendo lo smartphone alla giusta distanza senza essere invasivi o emettere in pericolo la salute del piccolo) anche se molto piccolo il pargolo può ascoltare la voce dello zio e se si conosce qualche canzoncina o una storia della buona notte si può anche intrattenere il bebè cantando o raccontando quelle storie che piacciono tanto ad adulti e bambini; questo permette, non solo di stimolare il bambino, ma quando arriverà il momento di poter prenderlo in braccio, ed essere fisicamente davanti a lui o lei, non considererà o potrà visualizzare e identificare lo zio come un perfetto sconosciuto, ritrarsi a prima vista e piangere, seppure legati da un legame profondissimo; mah… c’è la possibilità che possa sentire, se pur di pochi mesi, la familiarità della persona e fare conoscenza senza troppi indugi. In più, se si hanno abilità di costruttori è possibile realizzare giochini di pezza, legno, luminosi, insomma dei più disparati materiali, tutti strumenti utili al suo sviluppo psico-fisico, prendendo, sempre, in considerazione le norme di sicurezza e quelle che sono le sue preferenze, abilità sviluppate e quelle che potrà raggiungere a breve; una volta confezionati si possono spedire. Così avrà con sé giochi e ricordini degli zii lontani.

La verità? ... uno zio vicino o lontano che sia, resta sempre uno zio, il bene non è quantificabile, non si misura con il sistema internazionale di unità di misura della lunghezza, nel mio caso in km, il bene è illimitato senza condizione alcuna, quel piccolo batuffolino è la cosa più preziosa che si possa avere, sta a noi essere presenti nonostante la distanza creare un rapporto fatto di amore, complicità ed assistenza, non c’è nessuna formula magica o strumento tecnologico che possa avvicinare due individui, i bambini hanno lo straordinario potere di sentire e mettersi in simbiosi con chi gli è vicino; se riceve amore darà amore, incondizionatamente.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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