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Serve chiarezza sulla chiusura dell’Ufficio delle Poste Italiane di Via Redentore. Questa la richiesta che arriva dalla Cgil dopo aver constatato la situazione di disagio che vivono la cittadinanza e i lavoratori, testimoniata anche dagli organi di stampa.

Poste Italiane ha comunicato la chiusura dell’ufficio Caserta Centro in via Redentore e il trasferimento delle attività in Corso Giannone, presso la sede CE5, dal 31 maggio e per i successivi due mesi. Immediate sono state le ripercussioni sui cittadini, che scontano l’ennesima sospensione delle attività in un ufficio centrale e di vitale importanza, e sui lavoratori che, oltre a trovarsi in una condizione di incertezza, sono anche costretti ad affrontare - da soli e senza il supporto della dirigenza - le legittime lamentele e le tensioni che ne derivano. È palese il determinarsi di una situazione di stress da lavoro correlato.

La vicenda dell’ufficio centrale di via Redentore va avanti da tempo, dei due piani di cui questo si compone, solo il primo era aperto alle attività. Eppure erano state già in passato segnalate carenze, dal punto di vista della sicurezza, tali da poter costituire potenziale pericolo per utenti e lavoratori. Solo con l’ultimo collaudo, però, si è deciso per la chiusura dello stabile.

“Chiediamo a Poste Italiane di fare chiarezza al più presto sulla vicenda - dichiara Matteo Coppola, Segretario Generale Cgil Caserta - Quali sono le prospettive di breve e lungo termine sul piano logistico, produttivo e occupazionale per l’Ufficio Centrale e per la sede di Corso Giannone? Che risposte dà l’azienda a utenti e lavoratori?”.

Sonia Oliviero, Segretaria Generale SLC CGIL CASERTA, aggiunge: “Crediamo che le diverse esigenze possano e debbano essere affrontate congiuntamente, con risorse e mezzi adeguati. Fino ad oggi la vicenda è stata gestita in maniera miope, non tenendo conto delle esigenze della collettività e non coinvolgendo le organizzazioni sindacali nelle decisioni adottate. Anzi, sono state ignorate le segnalazioni del RLS sulle criticità riscontrate, impedendo di fatto che le problematiche fossero affrontate per tempo, in maniera adeguata  e non a discapito di utenti e lavoratori”.