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Risultati immagini per incidenti stradali

 È stato pubblicato nei giorni scorsi il Rapporto ACI-ISTAT  relativo agli incidenti stradali registrati nel corso del 2017. Il  nostro paese subisce una strage silenziosa ed ogni anno registriamo oltre 3.000 vittime sulle strade italiane con un elevatissimo costo sociale da parte della collettività.

Ecco alcuni dati estrapolati dalla lettura del predetto Rapporto “Incidenti stradali” nell’anno 2017 diffuso oggi da Aci e Istat: “Sull’aumento del numero di morti in
Italia negli incidenti stradali incide soprattutto quello registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade  extraurbane (296 e 1.615 morti; +8,0% e +4,5% sull’anno precedente). Un  aumento più contenuto si registra, invece, sulle strade urbane (1.467 morti; +0,3%). Nei grandi Comuni si rileva una tendenza opposta, con una diminuzione del 5,8% del numero di vittime nell’abitato. Tra i comportamenti errati più frequenti vi sono la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi). Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida”. Se si considera l’Unione europea , il numero delle vittime di incidenti stradali diminuisce nel 2017, seppure in misura contenuta (-1,6% rispetto al 2016): complessivamente, sono state 25.315 contro 25.720 del 2016. Nel confronto tra il 2017 e il 2010 (anno di benchmark della strategia europea per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 19,9% a livello europeo e del 17,9% in Italia. “Ogni milione di abitanti – rileva l’Istat – nel 2017 si contano 49,7 morti per incidente stradale  nella Ue28 e 55,8 nel nostro Paese, che scende dal 14° al 18° posto della graduatoria europea”. Da anni l’AIFVS (Associazione Italiana  Familiari e Vittime della Strada) e l’A.M.C.V.S. (Associazione Mamme 

Coraggio e vittime della Strada – Onlus) lottano sul tema, sempre attuale, della sicurezza stradale. In tutti questi anni le due Associazioni hanno organizzato gazebo nelle piazze delle città ed hanno incontrato migliaia di cittadini, anche con il supporto di alcuni Sindaci ed altre associazioni, per aumentare la sensibilità delle persone nei confronti della sicurezza stradale. Ciò che mancano, affermano le due associazioni, sono i maggiori investimenti per la 
sicurezza stradale dei cittadini a cominciare dalle poche risorse investite in relazione ai proventi derivanti dall’art. 208 del Codice della Strada. I Presidenti delle due associazioni, Biagio Ciaramella e Elena Ronzullo, hanno anche rivolto un appello ai Prefetti di Napoli, Caserta e di Tutta la Campania. La maggior parte delle vittime sono 
giovani e le cause sono da ricondurre a tre fattori centrali ovvero la responsabilità umana che incide per l’80% dei casi, le infrastrutture per il 17% ed il mezzo meccanico per il 3% .Il problema è articolato e complesso. In primis manca la cultura della strada e l’attuale modello di prevenzione è stato fallimentare. Il concetto del conflitto stradale si esprime con comportamenti aggressivi persino in persone miti. Dobbiamo tener conto che il problema è sociale mentre il dolore ha una dimensione privata. Nessuno denuncia l’alto costo dell’incidentalità stradale, pari al 2,5% del prodotto interno lordo. Questi costi sociali sono a carico di tutta la collettività ed il passaggio da una strada come luogo di morte ad una strada come luogo di vita richiede la capillare diffusione della cultura stradale che, appunto, non esiste. È importante evitare di ricondurre gli incidenti al caso ed alla fatalità come il più delle volte i media sono soliti fare, piuttosto bisogna operare in modo tale da affrontare il diniego del problema. Si tratta
di una vera e propria rimozione collettiva del dramma e non si considera il dolore immenso che esso produce. Le due Associazioni si pongono l’obiettivo di affermare la cultura stradale attraverso l’insegnamento scolastico della stessa, inserito in un piano didattico, in un progressivo aumento degli investimenti nella sicurezza stradale da
parte dei Comuni. Come deve intervenire, a questo punto, il nuovo governo? L’Italia è tra i primi paesi in Europa per numero di vittime e le motivazioni sono, tra le altre cose, gli scarsi interventi efficaci in materia di prevenzione e pochi controlli. Il tutto a fronte di una campagna di prevenzione poco incisiva. Le misure della Comunità Europea sono positive ed apprezzabili, peccato manchino quelle campagne di prevenzione da parte dei Comuni. Grande punto interrogativo è il codice della strada: risulta fermo al 1992 ed è mediocre. Sembra, tuttavia,
che qualcosa si stia smuovendo in materia di utenti deboli come pedoni e ciclisti, ma c’è ancora molto da fare. Le due associazioni: l’AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) e l’A.M.C.V.S. (Associazione Mamme Coraggio e vittime della Strada – Onlus) sono impegnate a fare rete ed a riunire le numerose associazioni locali e territoriali, oltre a quelle di carattere nazionale.

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