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Linda Hedlund - How Violins OY

di MONICA CARBINI

Per il secondo appuntamento della Stagione Concertistica 2022/23 proposta da Accademia di Santa Sofia, in costante sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio Statale di Musica “N.Sala” di Benevento, sabato sera all'Auditorium San Vittorino di Benevento è tornata la grande musica classica, grazie a due interpreti davvero fuori classe, due stelle della musica internazionale.

La giovane violinista finlandese Linda Hedlund, concertista da camera specializzata in “violino barocco”, che si esibisce con le più prestigiose formazioni internazionali ed è ambita insegnante e docente in conferenze e masterclass in tutto il mondo.

E il pluripremiato Francesco Nicolosi, uno dei massimi esponenti della scuola pianistica partenopea, considerato “uno dei migliori pianisti viventi al mondo” grazie a una brillante carriera internazionale, che lo ha visto protagonista nelle più importanti sale da concerto di tutti i continenti.

I due virtuosi hanno portato sul palco del San Vittorino due gioielli della storia musicale mondiale, composti appositamente per valorizzare le singole peculiarità e le reciproche potenzialità espressive di due strumenti tipicamente egocentrici e distanti, come violino e pianoforte, indagando nel profondo le infinite e meravigliose possibilità di dialogo tra le loro voci e i loro opposti temperamenti.

Il concerto inizia con la bellissima Sonata n. 5 in Fa maggiore op. 24 denominata “La Primavera” (1801), di Ludwig van Beethoven (Bonn, 17 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827). Ricca di novità molto rilevanti nel percorso beethoveniano, apparentemente idillica e di sapore mozartiano, "La Primavera" è in realtà un connubio di slancio emotivo e virtuosismo tecnico. Nel procedere dei quattro movimenti, le linee cantabili di violino e pianoforte si intrecciano in una tensione continua fra i vari temi e fra gli strumenti, che si sfidano vicendevolmente in un vero e proprio "duello" (tipico delle sonate del compositore tedesco) reso dinamico e appassionante dai due eccezionali interpreti. Potente, ossessivo e vibrante il pianoforte di Francesco Nicolosi. Sfaccettato, poliedrico, ricco di sfumature e accenti emotivi il fraseggio pulitissimo del violino di Linda Hedlund, artista dalla grande presenza scenica, misteriosa e affascinante, concentrata e assorta, che catalizza immediatamente l’attenzione del pubblico.

Un carattere ben diverso, pastoso, lirico, dal carattere romantico tipicamente francese e decisamente moderno, ammanta invece i quattro movimenti della Sonata in La maggiore (1886) di César Franck (Liegi, 10 dicembre 1822 – Parigi, 8 novembre 1890). Tra i monumenti della letteratura violinistica di fine Ottocento, questa sonata segna il più elevato punto d'arrivo dell’arte creativa di Franck e si impone nella musica cameristica francese, come la pagina meglio riuscita del suo genere; tanto da essere stata definita un "lavoro cartesiano", per la limpidezza e l’equilibrio che governano il dialogo dei due strumenti.

I due interpreti incarnano mirabilmente le mille schermaglie, i divertimenti e le soavi ninne nanne, i voli contrappuntistici, e poi i passaggi austeri, rigorosi, quasi bachiani e le apparenti curiose improvvisazioni di un Recitativo-Fantasia, tessendo perfettamente duetti, inseguimenti, provocazioni, attacchi e risposte, fughe e ricongiungimenti. Il pianoforte di Nicolosi con energia, ritmo e drammatica inquietudine. Il violino di Hedlund con sorprendente fascino, creatività tecnica e intrigante dinamica.

Bis applauditissimo, la Mazurka op 81 n.1 di Sibelius, una scelta dedicata alla Finlandia paese d’origine di Sibelius ma anche di Linda Hedlund, composizione danzabile e variopinta che l’artista interpreta con calibrato impeto e affilata delicatezza, poggiandosi ai rassicuranti accordi del magistrale Francesco Nicolosi.

La serata, aperta dalle accoglienti parole di Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia, e dalla puntuale presentazione di Marcella Parziale, direttore artistico insieme a Filippo Zigante, si pregiava, come sempre, della consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock.

Per il consueto preludio allo spettacolo abbiamo assistito all’interessantissimo intervento della Professoressa Silvana Rapuano, dedicato all’archeologia, con una sintetica ma accattivante narrazione sulla storia del sito archeologico dell’ex chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea a Benevento, un tesoro cittadino a due passi dall’Arco di Traiano.

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