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Nicola Giordano, ad un certo punto della seduta del consiglio comunale di Avellino, va via. Si dice stanco dell’andazzo e dei comportamenti dell’amministrazione in carica retta dal sindaco Gianluca Festa. Poco dopo, tutta l’opposizione, esclusi i consiglieri Nino Montanile e Monica Spiezia, annuncia le dimissioni dalle commissioni consiliari. Un gesto forte che certifica, ancora una volta, laddove ce ne fosse ancora bisogno, il clima pesante e di guerra tra maggioranza e minoranza al Comune di Avellino.

Un ennesimo civico consesso, quello di stamattina – metà in presenza e metà on line – , trascorso più a litigare che altro. “Citando una frase famosa, possiamo ben dire che ci troviamo nell’ora più buia della storia del Comune di Avellino”. Anche Luca Cipriano, leader dell’opposizione, sembra alquanto sconcertato da quello che avviene nell’aula consiliare. “Non era mai accaduto che tutti i consiglieri di opposizione si dimettessero dalle commissioni consiliari e non per un gesto di volontà ma perché costretti dal fatto che non si riesce più a discutere, non si riescono a rispettare le regole, si litiga su tutto, l’arroganza è la parola chiave di questa amministrazione”. 

“Noi – prosegue Cipriano – vorremmo offrire un contributo sia in termini di proposte per uscire dalla crisi economica che di strategia sul futuro della città. Invece in aula non parliamo più di niente, arrivano solo le pratiche burocratiche che interessano all’amministrazione, non parliamo del futuro del mercato, di campo Genova, dell’operazione di screening che è un flop, della città che non vi partecipa, della Dogana, delle opere pubbliche, dei lavori da fare, insomma l’amministrazione è completamente bloccata e appiattita sulle pratiche che interessano il sindaco e la maggioranza”.

Per Cipriano e l’opposizione, ovviamente, non finisce qui. “Porteremo questo scontro in Prefettura, per far comprendere quali sono le nostre ragioni e auspichiamo che questa non sia la fine ma sia una nuova ripartenza, che l’amministrazione possa comprendere che si sta sbagliando strada e che bisogna azzerare tutto”.

L’alzata di tacchi del primo cittadino difronte alla domanda sul futuro del mercato bisettimanale durante l’inaugurazione del “nuovo” Mercatone, non meraviglia molto Cipriano. “Il sindaco si rifiuta di rispondere alle domande di tutti, a partire dai consiglieri comunali che sono le persone delegate dai cittadini avellinesi a curare gli interessi dei beni comuni. Tutti noi dell’opposizione rappresentiamo migliaia di cittadini avellinesi che hanno diritto ad avere delle risposte. E’ chiaro che sul mercato il sindaco si è incartato, è evidente che la vicenda ambientale e l’inquinamento certificato dall’Arpac, il risarcimento di oltre un milione di euro che sta per arrivare in testa al sindaco e all’amministrazione comunale dagli esercenti del mercato, sono delle bombe ad orologieria rispetto alle quali si risponde con le solite accuse, i rosiconi, enjoy arena e altre stupidaggini del genere”. 

“Noi chiediamo risposte sui cantieri che non si sbloccano, sul terminal dell’Air che non funziona a Piazzale degli Irpini, sul perché la Dogana cade a pezzi quando tra 20 giorni si perderanno milioni di euro di finanziamenti perché il Comune non è stato in grado di progettare e di mettere in campo un progetto esecutivo, chiediamo risposte sulle povertà e sul perché il piano di zona non funziona, i fondi sulla cultura dove sono. Come risposte, riceviamo sorrisi, offese, polemiche. E ci siamo onestamente stancati”.

Insomma, in consiglio comunale il clima è sempre più avvelenato. Anche perché, il sindaco ha gettato altra benzina sul fuoco nella sua replica alla minoranza. “Nei dieci anni trascorsi in quest’aula, non ricordo opposizioni che abbiano avuto come unici obiettivi quelli della protesta e degli esposti a Procura della Repubblica e Prefettura. Noi continuiamo ad amministrare, non ad “amminestrare” come avrebbe fatto qualcuno, e stiamo portando il Comune fuori dalle secche del pre-dissesto, fuori dai cantieri incompiuti, fuori dalle difficoltà post-sisma in tema di abitazioni comunali. La città – conclude Festa – è stanca dei piagnistei, dei teatrini e delle offese di una opposizione che, al suo interno, comprende persone che hanno crisi d’astinenza dal potere”.

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