Il lavoro vedra’ un gruppo di donne rappresentare se stesse nella ideazione collettiva espressione di esperienze e di vissuti femminili legati alla storia di Nascite, di Maternità, di Abbandoni.
Le partecipanti si sono riunite e hanno accettato di aprirsi, di esporsi. Tutte erano in cerca di sollievo da una sofferenza e l’hanno trovato nella condivisione, nell’ascolto rispettoso.
Il Succorpo dell’Annunziata, cappella Vanvitelliana di grande suggestione, è il luogo scelto per l’azione scenica: qui si trova il bandolo della matassa, il filo di connessione tra le donne antiche e quelle di oggi, tra l’immobilità dei corpi di marmo che abitano il Succorpo e il calore dei corpi delle partecipanti che aiutate dalla musica e dalle luci, ma anche dal silenzio del luogo, riportano in vita
Attraverso la vicende personali la storia legata a questo monumento. Con gesti semplici, personali e poi collettivi, con frasi e dialoghi, con brevi canti, con grida e azioni improvvise si sono date la possibilità di far luce sul mistero di essere madri e figlie colpite. Le voci non amplificate e a volte incrinate dall’emozione parlano di esperienze vissute, ancora dolenti. Il pubblico sarà vicino per consentire un’intimità senza forzature. C’è spazio anche per la gioia e per la risata, come nella vita: sono donne non professioniste del teatro, tutte in cerca di verità.
Questo laboratorio, vuole partecipare quanto preziose siano la espressività e la comunicazione della esperienza personale, in questo caso della maternità e della nascita , per sanare antiche ferite emotive ed affettive e quale ruolo il teatro ha nella trasmissione di valori culturali offrendo la possibilità di creare tra gli spettatori e tra questi e gli attori una lunghezza d’onda comune sulla base della quale intraprendere nuovi orizzonti: un teatro sociale in linea con le prospettive con questa edizione invernale del NTFI e con la Direzione di Ruggiero Cappuccio.
Fortemente simbolica la scelta di rappresentare nel Succorpo Vanvitelliano, opera settecentesca, prezioso perno del complesso monumentale che ancora oggi a Napoli ospita la Ruota degli Esposti, il luogo dove le mamme che non avevano la possibilità di allevare il proprio figlio , lo lasciavano nelle mani della Madonna dell’Annunziata e dell’assistenza del Brefotrofio , per sottrarlo a morte certa.
Questo luogo, ha rappresentato per i napoletani il luogo di cura, protezione sicura della mamma e del bambino nei secoli dei secoli.
Na.Sc.eRe nel Terzo Millennio, cooperativa sociale, ha dato vita al progetto “Parto….da Napoli: Festival della Nascita”,
L’idea-progetto vede Napoli come la Città della nascita e tutte le iniziative, momento esperienziale di incontro tra scienza, arte e cultura, daranno visibilità agli elaborati dei vari gruppi che parteciperanno al progetto (scuola, università, associazioni, strutture ospedaliere e private...), per generare un confronto con altre Città italiane e straniere: un FESTIVAL polo di attrazione per un turista interessato alla nostra Città e ad un modo di pensare a Napoli come luogo di tradizioni e di pensieri innovativi.
La Città ne è coinvolta a più livelli e in modo circolare per determinare un processo culturale a cascata e promuovere un realistico e concreto cambiamento sociale: si vuole dare l’opportunità di un riferimento alle tante persone che chiedono di confrontarsi per maturare una nuova coscienza e sviluppare la consapevolezza delle nuove modalità per Nascere nel Terzo Millennio.